appunti di viaggio

Le nostre valigie erano di nuovo ammucchiate sul marciapiede;
avevamo molta strada da fare.
Ma non importava, la strada è la vita.
(Jack Kerouac)

Il viaggio è spostamento, nel tempo e nello spazio, è percorso, è metafora della vita stessa. È viaggio di scoperta del mondo, degli altri, di noi stessi. Perché a stare fermo in un posto, da sempre, finisce che ti viene nostalgia per le cose che non hai conosciuto (M. Signorini). La nostalgia delle possibilità infinite che ogni nuovo viaggio ci offre. Il desiderio di intraprendere nuove strade, nuove direzioni perché
ansia d'altri cieli mi volge,
e mi nascondo nelle perdute cose.
(S. Quasimodo)
Ed io non so chi va e chi resta.
(E. Montale)
Ecco allora che Clarissa Pinkola Estés ci sprona a fare un viaggio di scoperta anche all’interno di noi stessi, alla ricerca della nostra parte più antica, viscerale, primitiva, che ci metta in contatto anche con le nostre zone d’ombra, con le nostre energie interiori più profonde e sconosciute, per accoglierle e vivere in pienezza:
Andate nel bosco, andate. Se non andate nel bosco,
nulla mai accadrà, e la vostra vita non avrà mai inizio.
G. Apollinaire ci sfida a superare noi stessi e le nostre paure, la nostra resistenza al cambiamento, spingendoci letteralmente a volare, a intraprendere un nuovo viaggio, un nuovo cammino per realizzare noi stessi:
Li portammo sull'orlo del baratro e ordinammo loro di volare.
Resistevano. Volate, dicemmo. Continuavano a opporre resistenza.
Li spingemmo oltre il bordo. E volarono.

E a coloro che sono intimoriti dall’idea di intraprendere un nuovo viaggio perché non sanno quale meta seguire, o quale direzione prendere, basta ricordare ciò che dice un famoso detto: l'importante non è la meta, ma il viaggio. Joan Littlewood ci ricorda anche che Se nessuno si perde, chi troverà mai nuovi percorsi? In fondo se poi ci si perde, basta svoltare e prendere una nuova direzione perché come testimonia Marco Paolini, il viaggio della vita non è mai lineare: non ho mai pensato che nella vita, per procedere, si debba necessariamente andare in linea retta.
Quand’è il momento giusto per partire, per intraprendere un nuovo viaggio? Beh quando è il momento che succeda, tutte le porte si apriranno. Basta fare il primo passo. E il viaggio avrà inizio. Perché come diceva Lao Tse anche Un viaggio lungo mille chilometri inizia con un piccolo passo.
E non è importante quanto dura, se un solo istante o una vita intera.
Perché il viaggio non finisce mai. […] Bisogna vedere quel che non si è visto, vedere di nuovo quel che si è già visto, vedere in primavera quel che si è visto in estate, vedere di giorno quel che si è visto di notte, con il sole dove la prima volta pioveva, vedere le messi verdi, il frutto maturo, la pietra che ha cambiato posto, l'ombra che non c'era. Bisogna ritornare sui passi già dati, per ripeterli, e per tracciarvi a fianco nuovi cammini. Bisogna ricominciare il viaggio. Sempre. (Josè Saramago)

Marcel Proust ne À la recherche du temps perdu afferma, a proposito de le seul véritable voyage, che
L'unico vero viaggio, l'unico bagno di giovinezza, non è andare verso
nuovi paesaggi, ma avere altri occhi, vedere l'universo con gli occhi di un altro,
di cento altri, vedere i cento universi che ciascuno vede, che ciascuno è.
Frase celeberrima sul viaggio che solitamente si ama però sintetizzare così
Il vero viaggio di scoperta non consiste nel cercare
nuovi orizzonti ma nel guardare il mondo con occhi diversi
o qualcosa di simile. Il che è corretto. Ma solo in parte. Non solo perché nel testo originale Proust ci invita a vedere l’universo con gli occhi di un altro, di cento altri, in una pluralità infinita di punti di vista che permettono di apprezzare quella diversità che è fonte di vera ricchezza per ogni viaggiatore, ma anche perché è la contestualizzazione della frase, all’interno dell’intero capitolo da cui è tratta, che ci permette di cogliere appieno il senso autentico del pensiero di Proust. Gli sguardi degli altri, di quegli altri che il grande autore francese ci suggerisce di considerare, gli altri occhi attraverso i quali vedere il mondo, sono in fondo quelli degli artisti, dei pittori, dei musicisti, la cui sensibilità unica e straordinaria è la sola che ci permette di intraprendere un viaggio che porta all’essenza di ogni cosa, cogliendone quei dettagli e quelle sfumature altrimenti invisibili ai nostri occhi. Ce lo ricorda, a modo suo, anche il Piccolo Principe di Saint-Exupéry
L'essenziale è invisibile agli occhi. […] Bisogna cercare con il cuore.

Il faut chercher avec le cœur.