l'egoista


Nasce il piccolo uomo
e il suo vagito espande con rabbia
il suo io ancora indistinto.
Ad abbracciare la vita e il mondo.
A succhiarne l’essenza
per sopravvivere.

Cresce l’uomo bambino
e vuole il mondo.
Tutto per sé.
E vuole gli altri.
Tutti intorno a sé.
Desidera tutto l’uomo bambino.
Una madre
e un padre
presenze costanti
e nutrimento d’amore per il suo piccolo io.
E l’affetto
E il calore
E il tempo
E il gioco
E le attenzioni. Di tutti. Degli altri.
E il suo io continua ad espandersi.

Diventa grande il giovane uomo.
Conosce il mondo
e la vita
e gli altri.
Scopre i loro bisogni
i loro desideri.
Così diversi dai suoi.
Bisogni altrui che limitano la sua libertà
desideri altrui ad ostacolare i suoi.
Il suo io si espande
e si tende con forza
per farsi spazio
tra altri io.
E diventa più forte
per combattere.
Per vincere
l’io degli altri.

Diventa maturo l’uomo adulto.
Vuole il mondo.
A sua immagine.
Desidera gli altri.
Al suo servizio.
Ricerca ossessivamente
di soddisfare
i bisogni illimitati
del suo io. Che tutto divora.
Che tutto concentra. A sé.
Uomo adulto che ama.
Se stesso.
Che vuole essere amato.
Dagli altri.

Resta solo l’uomo anziano.
Sente il respiro della vita
che si allontana.
Tenta disperato
di sopravvivere
al suo corpo ormai stanco.
E il suo io si contrae
lentamente.
Fino a farsi indistinto
e diventare tutt’uno
con il mondo.
Con gli altri.

Muore l’uomo anziano.
L’ultimo respiro del corpo
che libera l’anima.
E la feroce illusione dell’io
di restare nella memoria
del mondo.
Nel ricordo
degli altri.
Di quelli che restano.
E che forse l’hanno amato.

Che forse non ha mai amato.